Smaltimento rifiuti: le best practice da seguire

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Smaltimento rifiuti: le best practice da seguire

Quando si parla di smaltimento rifiuti, sono tante le regole da rispettare per un corretto riciclaggio dei materiali e molto spesso si fa confusione. È possibile riciclare i contenitori tetrapack? I tovaglioli di carta unti vanno nel bidone della carta oppure nella spazzatura indifferenziata? Queste sono solo alcune domande a cui non sempre è facile trovare risposta, quindi proviamo a fare chiarezza una volta per tutte.

Come funziona lo smaltimento rifiuti in città

La raccolta dei rifiuti urbani è competenza dei Comuni, che organizzano lo smaltimento rifiuti utilizzando quella tassa chiamata TARI. I rifiuti speciali vengono invece smaltiti da società private specializzate, che riescono a riciclare un buon 65% dei rifiuti raccolti.

Un’altra categoria di rifiuti che merita un’attenzione particolare è quella dei rifiuti pericolosi, che a loro volta si distinguono in urbani e speciali. Sono rifiuti urbani pericolosi, ad esempio, le batterie dell’auto, le pile e i medicinali scaduti. Sono invece rifiuti speciali pericolosi quelli che derivano dall’industria conciaria e tessile, dall’industria metallurgica, dall’industria fotografica, dai processi chimici ecc.

La maggior parte dei rifiuti urbani oggi viene smaltita nella discariche a cielo aperto, che sono una soluzione tutt’altro che ecologica, ma rappresentano di certo quella più economica. Già, perché lo smaltimento dei rifiuti per i Comuni è una delle voci di spesa più alte e le scelte di bilancio spesso vanno in contrasto con la salvaguardia dell’ambiente. Utilizzare le discariche a cielo aperto significa generare montagne di rifiuti che non vedranno mai una seconda vita ed è per questo che si punta molto sulla raccolta differenziata.

L’alternativa alle discariche a cielo aperto sono gli inceneritori o termovalorizzatori, che bruciano i rifiuti producendo energia utilizzabile per il riscaldamento (anche se per il riscaldamento la soluzione più efficiente resta la casa passiva). Quando si parla di termovalorizzatori, gli ambientalisti sono sempre sul piede di guerra, eppure secondo gli esperti questi impianti produrrebbero nell’aria una quantità trascurabile di inquinanti. In ogni caso in Italia gli inceneritori sono ben pochi e le soluzioni più utilizzate sono le discariche a cielo aperto e la raccolta differenziata.

Come fare correttamente la raccolta differenziata

La modalità più ecologica di smaltimento rifiuti è la raccolta differenziata, che richiede necessariamente la collaborazione dei cittadini. Al fine di ottenere una corretta differenziazione dei rifiuti, molti comuni hanno attivato la raccolta dei rifiuti porta a porta, in modo che ogni giorno della settimana sia dedicato ad una particolare tipologia di materiale riciclabile:

  • Umido;
  • Plastica;
  • Carta;
  • Vetro.

A seconda delle scelte dell’azienda preposta alla raccolta differenziata, l’alluminio si raccoglie insieme alla plastica o insieme al vetro, visto che la quantità di rifiuti in alluminio non è preponderante rispetto alle altre.

L’umido comprende gli avanzi di cibo, le bucce della frutta, i fiori secchi, i fondi di caffè, i sacchetti di tè e anche i tovaglioli di carta unti. Sono rifiuti biodegradabili che si possono gettare anche nelle compostiere, così da non sovraccaricare il servizio urbano di raccolta.

Nello smaltimento dei rifiuti, la plastica spesso rappresenta la quantità maggiore, ma è anche quel materiale che risulta interamente riciclabile. Un importante accorgimento da seguire è quello di svuotare e pulire i contenitori prima di gettarli. Infatti, una piccola quantità di cibo dentro al contenitore, potrebbe fermentare e rendere il contenitore non più riciclabile. Riciclare la plastica è importante anche per evitare l’accumulo di microplastica in mare.

In merito ai rifiuti di carta e cartone, è buona abitudine pressarli bene, in modo che da agevolare l’operazione di raccolta. Per i rifiuti in vetro, è bene sapere che si conferiscono nell’indifferenziata i neon, le lampadine, gli specchi, i bicchieri di cristallo, i contenitori in pirex e le lenti degli occhiali.

Per i contenitori in tetrapack non c’è una regola fissa, perché da un Comune all’altro si seguono delle linee guida diverse, visto che si tratta di oggetti realizzati in cartone, plastica e alluminio.

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