Microplastiche: cosa sono e come si formano

microplastiche cosa sono

L’inquinamento produce i suoi effetti devastanti non solo sulla terraferma, ma anche sui mari, che sono sempre più infestati dalle microplastiche. Cosa sono e perché generano così tanto allarme? Si tratta di piccole particelle di plastica che minacciano la salute dell’uomo e la sopravvivenza di molte specie marine. Cerchiamo allora di scoprire di più sulle microplastiche e perché si formano.

Cosa sono le microplastiche che infestano i nostri mari

A volte i pericoli sono invisibili ad occhio nudo, come nel caso delle microplastiche. Cosa sono esattamente? Sono particelle di dimensioni molto piccole, da 330 micrometri a 5 millimetri, e che producono danni molto gravi all’ecosistema marino.

Queste particelle che fluttuano nell’acqua vengono ingerite in grandi quantità da balene, squali o altri pesci, ma anche dai gabbiani e da piccoli invertebrati e plancton. Orami la quantità di microplastiche nei pesci è talmente elevata, che il 15-20% del pescato ne risulta contaminato.

A causa dell’inquinamento da microplastiche, ne ingeriamo ogni settimana almeno 5 grammi. Se ti stai domandando gli effetti che possono produrre sul nostro organismo, devi sapere che le notizie non sono confortanti. Possono interferire con il nostro sistema endocrino e, nei casi più gravi, portare a delle alterazioni genetiche.

L’International Pellet Watch ha creato una mappa dell’inquinamento da plastica e microplastica, rilevando che il mar Mediterraneo è uno dei più inquinati del mondo, ma anche gli oceani purtroppo non godono affatto di buona salute.

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Come si formano le microplastiche in mare

La produzione di plastica nel mondo negli ultimi 10 anni è passata da 1,5 milioni di tonnellate a più di 280 milioni di tonnellate. È un dato impressionante! Purtroppo gran parte dei rifiuti plastici finiscono in mare, perché vengono gettati direttamente o perché i piccoli frammenti non vengono filtrati dagli impianti di trattamento delle acque.

Queste particelle di plastica si sbriciolano in frammenti ancora più piccoli a causa del vento, delle onde o delle temperature. Restano quindi a fluttuare nell’acqua per un tempo che è difficile quantificare, perché si tratta di materiali trattati con additivi chimici per resistere all’attacco dei microbi e dei raggi ultravioletti.

Non è raro trovare microplastiche anche nell’acqua potabile, con tutte le conseguenze che ne derivano per la nostra salute. Se l’eccesso di anidride carbonica e il conseguente rischio di denutrizione sono l’emergenza ambientale più seria, purtroppo dobbiamo prendere atto che anche le microplastiche sono un pericolo reale.

Secondo un grido di allarme dell’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, entro il 2050 potrebbe esserci più plastica che pesci nei nostri mari. È un’altra buona ragione per fare ogni giorno scelte ecosostenibili e preferire materiali biodegradabili, che non rappresentano una minaccia per l’uomo e l’ambiente.

Se invece vuoi dare un contributo ancora più concreto per proteggere l’ambiente, unisciti alla community di SaveHuman! Insieme daremo vita a nuove foreste, che produrranno tonnellate di ossigeno per i prossimi 10 anni, per noi e per le generazioni future.

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Annalisa Chiarelli